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Visualizzazione dei post da febbraio, 2008

V. vs v.

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Il Tasso ha la capacità di affascinarmi in modo rinnovato volta dopo volta che frugo nel suo pensiero. Il suo adattamento, ad esempio, del dogma aristotelico per quello che riguarda la costruzione di un poema eroico. Secondo lui, l'elemento essenziale di tali poemi era che il vero si mescolasse al verosimile. Facendo un esercizio di estrapolazione, mi viene da pensare che lo stesso accade con la nostra autobiografia, quella ricostruzione che facciamo del nostro passato nella quale fondiamo i fatti accaduti a una versione del tutto nostra - ma plausibile - della nostra storia di vita. La funzione di questa finzione verosimile sarebbe dilettare. È bene ricordare queste riflessioni all'ora di assegnare alla propria versione dei fatti il valore intrinseco di verità indiscutibili. La nostra vita tale come la concepiamo non è che una finzione dilettevole.

Analogiche

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rinchiusa in un armadio nella mia vecchia camera a casa dei miei, la macchina da scrivere nella quale battei tante lettere ad amici esteri e in cui trascrissi, ad esempio, un glossario di mitologia nordica in inglese che era in un cassetto dello stesso armadio. la cosa piú fantastica e allo stesso tempo terribile della macchina da scrivere era che cancellare ciò che si aveva scritto era faticosissimo e perciò rimanevano sempre tracce di quelle cassature. nel 1994 mio padre comprò un computer e la macchina venne dimenticata. ma questo non le toglie il suo ruolo primordiale nella mia vita e cioè avermi avviato allo scrivere in un modo strutturato e pianificato. oltre alla consapevolezza, ancora più importante, del fatto che non tutto è cancellabile. oggi la mia passione per i meccanismi analogici si verifica nella fotografia. mi è appena stata regalata una machina fotografica analogica degli anni ottanta. posso scommettere però che questa volta non verrà dimenticata in un armadi

Slow death

Cliccate sul titolo, mi raccomando!

Once upon a time...

Ed ecco un brevissimo racconto. Come prima, cliccate sul titolo e potrete leggere il racconto in un'antra finestra.

E ora un classico...

Il fatto di aver scoperto che cantasse una delle mie canzoni preferite ha fatto che mi piacesse ancora di più.

La mia scoperta della serata

Avevo sentito il suo nome diverse volte ma non ci ho mai fatto caso. Finché non l'ho visto al Live at the Rehearsal Hall, stasera. Canta delle canzoni bellissime, sue e di altri. Vi presento Rufus Wainwright, se per caso non lo conoscete ancora...

Sembra un ragazzino birichino

La mia ninna nanna

Vertigine

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[ver-tì-gi-ne] n.f. [pl. -i] 1 (spec. pl.) illusoria sensazione che il corpo o gli oggetti circostanti ruotino o oscillino. Dal lat. vertigine(m), deriv. di vertere ‘volgere, girare’ Negli ultimi giorni mi sono volontariamente sottoposta a diverse situazioni che normalmente svegliano in me uno dei malesseri fisici - e psichici - che più impotenza mi provocano: le vertigini. Comunque non è andata così male. Me la sono cavata bene sia sulla funivia che sulla seggiovia. Non è andata tanto bene però su un ponte pericolante. Ecco le foto a testimonianza delle dure prove che ho superato.
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dormivi sul fondale, strati di fanghiglia ti ricoprivano. ti sei svegliata rinvigorita, atemporale. allora hai compreso che l'eternità è solo quella.

I mille volti del lago

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Che i mari ci sembrino sempre diversi è qualcosa che tutti abbiamo sperimentato. La sua natura è cangiante per via delle correnti, delle maree, dei venti. Qualcosa mi faceva pensare che non succedesse lo stesso con i laghi. Avevo un unico ricordo della lago della foto. Lo ricordavo solo blu e increspato. Nelle ultime due settimane ho invece scoperto che un lago può, alla pari di un mare, sembrare sempre diverso. So di essere stata un po' suggestionata, negli ultimi giorni, da una sorta di animismo panteista al punto che non è passato un attimo in cui non parlassi delle montagne, dei laghi o dei boschi senza identificarli con qualcosa di sublime. Ma ditemi voi se non c'è qualcosa di soprannaturale ad alonare questo paesaggio. Abbiate pazienza, prima o poi mi passerà... Il grigiore della città non tarderà molto a spazzare via queste immagini e sensazioni. La Carol di città è di ritorno. Purtroppo.

Lamponi selvatici

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La spiegazione alla lunga assenza di post su questo blog si deve al fatto che mi sono trasportata a un altro periodo della mia vita. Se state pensando che ho scoperto come viaggiare nel tempo, vi sbagliate. Sono invece stata nel luogo che mi ha visto crescere, a Bariloche, in Patagonia. Erano 13 anni che non ci andavo per motivi che ora sfuggono alla mia comprensione. Quello che sí ricordo, invece, è che l'ultima volta che l'ho visitato sapevo che non ci sarei tornata per molto tempo, intuizione che si è verificata. Sono state tante le cose che mi hanno riportato alla mia infanzia durante questo viaggio introspettivo - cosí lo chiama il mio ragazzo-: i laghi, le montagne, le visite alle case in cui ho abitato, gli incontri con gente cara del passato, ecc ecc. Ma qualcosa di più sottile mi ha fatto sentire, in un baleno, "la bambina che fui". Un giorno mentre camminavo sul ciglio della strada ho colto alcuni lamponi e tale come facevo da bambina, li ho ingoiati. E imme