13 dicembre
Quasi esattamente sette anni fa, un 26 dicembre, ho cominciato a ossessionarmi con la biografia di un personaggio molto particolare del quale non avevo mai sentito prima. Sfogliando una vecchia ma fedele enciclopedia storica che c'è a casa dei miei trovai i cenni biografici di Federico II di Svevia che guardate caso, era nato proprio il 26 dicembre 1194.
Quella lettura di circa 20 righe mi impressionò tanto che dopo quel giorno cercai tutto il trovabile sul personaggio. Scoprii, tra l'atro, che c'erano molte connessioni tra me e questo personaggio, considerate le differenze del caso, ovviamente. E venni a sapere che come me molti altri erano interessati alla sua figura, che c'erano su Internet interi siti a lui dedicati.
Ma una delle cose più curiose era che Federico era morto lo stesso giorno in cui io ero tornata dal mio soggiorno di due anni in Italia, cioè un 13 dicembre. Solo che 750 anni prima.
Quel dicembre del mio ritorno fu molto strano, a dire il vero. Una curiosa successione di coincidenze, di allucinazioni, di sincronie. Non tutte piacevoli, però. Ma la scoperta di un inspiegabile legame a quell'essere dai capelli e dalla barba rossiccia che si sentiva più italiano che svevo, rimane come un piacevolissimo ricordo che celebro ogni 13 dicembre, ogni 26 dicembre.
Forse è un modo di celebrare la nascita della mia particolare italianità, che non si identifica con i tipici tratti di coloro che nel mio paese si dicono italianissimi iuris sanguinis.
È qualcosa che in me prende vita ogni volta che apro bocca e comincio ad articolare qualche parola. Qualcosa che nessuno mi può togliere perché è un rapporto intimo al quale nessuno può prendere parte ma che nel contempo, condivido con gran parte del mio mondo. Dell'italiano ho scelto la tonalità della voce. Le parole però sono mie.
Quella lettura di circa 20 righe mi impressionò tanto che dopo quel giorno cercai tutto il trovabile sul personaggio. Scoprii, tra l'atro, che c'erano molte connessioni tra me e questo personaggio, considerate le differenze del caso, ovviamente. E venni a sapere che come me molti altri erano interessati alla sua figura, che c'erano su Internet interi siti a lui dedicati.
Ma una delle cose più curiose era che Federico era morto lo stesso giorno in cui io ero tornata dal mio soggiorno di due anni in Italia, cioè un 13 dicembre. Solo che 750 anni prima.
Quel dicembre del mio ritorno fu molto strano, a dire il vero. Una curiosa successione di coincidenze, di allucinazioni, di sincronie. Non tutte piacevoli, però. Ma la scoperta di un inspiegabile legame a quell'essere dai capelli e dalla barba rossiccia che si sentiva più italiano che svevo, rimane come un piacevolissimo ricordo che celebro ogni 13 dicembre, ogni 26 dicembre.
Forse è un modo di celebrare la nascita della mia particolare italianità, che non si identifica con i tipici tratti di coloro che nel mio paese si dicono italianissimi iuris sanguinis.
È qualcosa che in me prende vita ogni volta che apro bocca e comincio ad articolare qualche parola. Qualcosa che nessuno mi può togliere perché è un rapporto intimo al quale nessuno può prendere parte ma che nel contempo, condivido con gran parte del mio mondo. Dell'italiano ho scelto la tonalità della voce. Le parole però sono mie.
Commenti
esta es una nota graciosa, pero me gusta mucho lo que decís, en serio.
beso