Cadavere squisito scritto insieme a Fabio (e alla Cony)

Di Fabio ricordo la sua delicatezza, le sue mani bianchissime, affusolate. Amava i fumetti di Pazienza. Faceva il giocoliere. Aveva qualcosa del poète maudit.
La prima volta che lo vidi lo trovai irresitibilmente bello. Dopo averci parlato un paio di volte, riconobbi in lui la genialità della pazzia.
La notizia della sua morte mi colpì tantissimo. Curiosamente me la trasmesse l'altra autrice della poesia che segue. Immediatamente cercai su Internet i dettagli di come era avvenuta una scomparsa così ingiustificabile. Trovai qualcosa che non riuscì però a convincermi che fosse lui, lo stesso ragazzo che avevo conosciuto.
La morte, la grande beffarda, all'ora di portarci via, crede di poter sottrarci dal mondo dei viventi. Ma ciò che si porta via è il nostro corpo, la nostra voce, il nostro sguardo. Tuttavia continuamo a vivere mentre c'è ancora qualcuno a ricordarci. Visto sotto questa luce, Fabio è tuttora tra noi.

Ho lasciato il mio rifugio di parole
Solo per vedere angeli di carne
Mutarsi nell’infinità del mare,
un vuoto caotico in cui perdo
la direzione ma so per certo che
non sono solo, svuotando la mente
viaggiando nei fiumi, camminando sui sassi,
vengono giù con l’acqua
petali di tutti i colori che cambiano
col mio pensiero, matto, che continua
a scorrere senza sosta, senza fretta,
velocemente, quasi lacerante,
come un corpo spezzato dalla pioggia cosmica.
Pace. Luce.

Carol - Fabio - Cony

Commenti

Post popolari in questo blog

La poesia combatte col rasoio

L'inconsolabile Orfeo di Pavese

4 poesie di Pablo Ingberg nella mia traduzione