Storia senza titolo

da qualche giorno mi si sta abbozzando in testa una storia. è legata a quelle foto un po' macabre che ho caricato nel blog recentemente. sarebbe dunque la storia di vita - o qualche capitoletto di essa - delle mie zie paterne.

ecco l'inizio della storia o almeno le prime righe che sono riuscita a buttare giù.

Sfrecciava vertiginosamente su una strada di asfalto nella macchina di suo padre. Le sembrava impossibile perché il padre era morto da decenni e poi, quella macchina era stata venduta per saldare dei debiti.
Ad un tratto ebbe però una prospettiva più chiara e capì che stava per scontrarsi contro dei piloni di cemento che erano in mezzo alla carreggiata. E come degli edifici infernali, i blocchi di cemento cominciarono a dispiegare le ali. Li guardò meglio e scoprì in essi le fattezze di volti umani. Erano le sue sorelle che le impedivano il passaggio.
La macchina si fermò. Fu lei ad aver schiacciato il freno. In quel momento il suo cuore riprese a battere e il dottore si tolse i guanti e uscì dalla sala.
Fuori c’erano tutte e tre le sue sorelle, perfino la spilungona. Non era che lei ricordasse questa scena, naturalmente, ma le altre gliela raccontarono tante volte che finì per crearsi i quadri della scena.
La prima ad entrare nella stanza una volta che riprese i sensi fu la spilungona. Le piaceva chiamarla così tra sé, e dipendendo dalla giornata, poteva anche diventare ‘la pazza furiosa’.
Quel gesto era stato in qualche modo dedicato a lei. Alcune ore prima, dopo il solito lungo viaggio in treno fino a Empalme, aveva dovuto tornare alla stazione centrale, a due ore di distanza perché la ‘sorellina’ aveva voluto mangiare dei datteri. Quando arrivò a casa dopo quella stancante gita obbligata, si coricò sul letto cercando un po’ di riposo. Ma non era il suo corpo che lo cercava. Il corpo si abitua alle fatiche e le compensa. Il suo spirito, la sua psiche non reggevano più.
Quell’estate avevano dovuto comprare della stricnina per eliminare dei topi in cucina e nel ripostiglio. Andò di scatto in cucina, le altre erano già a dormire, e ne prese la scatola. Lesse le istruzioni d’uso per essere sicura della dose da prendere. Era sufficiente prendere un solo milligrammo, ma come fare a misurarlo?
Poi andò alla descrizione dei sintomi dell’avvelenamento per sapere cosa attendersi:
In caso di avvelenamento, entro un’ora si irrigidiscono i muscoli del collo e del viso.L'irrigidimento si tramuta in spasmi, che acquistano frequenza crescente. Alla fine, si blocca anche la respirazione. La coscienza rimane lucida.

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