L'abbandono del paradiso diliziano


giammai poi non vi nacque erba per per quello luogo onde noi pasammo...

Ultimamente ho la sensazione che la vita, la mia di vita, si tratti appunto di questo.
Nell'idea che non crescerà più erba laddove ci sono passata c'è qualcosa di desolante: gli attimi di vita trascorsi sono in qualche modo bruciati, consumati.
Il fatto di lasciare una traccia - le nostre orme sull'erba - stanno anche a dimostrare però che qualcosa si è inciso di quel cammino già fatto e se vi gettiamo uno sguardo da vicino, se le investighiamo - riconducendoci al significato più letterale de la parola - probabilmente potremo scoprire ciò di cui al momento di calpestare non eravamo consci.

Commenti

Post popolari in questo blog

La poesia combatte col rasoio

L'inconsolabile Orfeo di Pavese

4 poesie di Pablo Ingberg nella mia traduzione