Jeff Buckley è morto. La ragazza che ascoltava Lilac Wine è morta. Gli anni dell'adolescenza sono morti. Il sogno dell'immortalità è morto. Chissà se da tanta morte possa nascere qualcosa.
a volte succede... anzi, più spesso di ciò che si creda... ma si dev'essere bravi ad ascoltare il silenzio che tutte queste scomparse hanno lasciato... buon ascolto e in bocca al lupo
Carol, se quando dici che tutto "...è morto" intendi dire che dimenticherai o che hai già dimenticato, beh!, puoi proprio andare a fanculo... Perchè NON sono stati i fatti di allora a costruire il nostro passato ma la consapevolezza che ognuno di noi ERA perchè tutti gli altri ERANO nello stesso momento! Tutto ciò che ho imparato allora, che ho sentito allora, tutto quello che ERAVAMO INSIEME TUTTI QUANTI, costruisce ancora oggi il mio presente e costruirà, per sempre, il mio futuro. Personalmente non riscirei neanche piu' a vivere come quel tempo, sull'onda di quello stato emotivo in fermento, non riuscirei nè lo vorrei... Ma da allora porto dentro, nel cuore, un prezioso forziere riempito di tutte le persone eccezionali che ho conosciuto e di tutto ciò che ho imparato. E se oggi io riesco a guardare alla vita con la stessa eccitazione di una bambina piccola, è per il semplice fatto che ... IO NON HO DIMENTICATO NULLA!! E' vero! Probabilmente nè tu nè io incontreremo più le persone di allora, nè noi ci rivedremo mai, ma , sono certa, che ognuno di noi ricorderà per sempre o, quanto meno, ....io questo da te lo pretendo ..cazzo! PS: Vorrei ricordarti che Jeff Buckley ERA GIA' MORTO quando noi lo abbiamo fatto rivivere insieme, quel pomeriggio, nella tua casa di Albareto.....e quindi pensa bene a cio' che stai facendo ai tuoi ricordi. Nessuno di noi è solo finchè esiste nei cuori degli altri!
È il titolo di una poesia di Domenico di Giovanni detto il Burchiello, autore quattrocentesco che seppe mescolare argutamente il doppio senso e il nonsense al suo linguaggio riccamente popolareggiante. Una di quelle rare perle che la poesia ogni tanto offre. Adatto agli amanti degli autori che pur non appartenendo alla tradizione colta, meritano più di una lettura, come Cecco Angiolieri ad esempio. Ma a differenza di Cecco, il Burchiello non solo si lamentava della sua sorte di poeta affamato o della donna che l'aveva tradito ma criptava la sua scrittura al punto che oggi difficilmente riusciamo a scoprire che volesse dire, a chi si rivolgesse con esattezza. Nella poesia che intitola questo post però, il Burchiello parla di qualcosa di più intelligibile che è un tema ricorrente nella storia della letteratura e cioè, la lotta tra il disperato bisogno di poetare e l'ineludibile necessità di mangiare. Ciò che è notevole è la conclusione alla quale arriva il Burchiello verso la fin...
L’inizio di un nuovo anno, la ricorrenza del nostro compleanno fa sì che indulgiamo in quella illusione adolescenziale che ci fa pensare che questo anno, sì, ce la faremo a mettere insieme quelle pagine sciolte, riusciremo a superare i traumi infantili, avremo meno paura della morte, e via dicendo. Ciò sarebbe a dire l’anno in cui dovremmo essere capaci di quel gran balzo che attendiamo da una vita. E come tutte le illusioni -e tutto il resto-, prima o poi, svanisce. Un mese dopo, una settimana più tardi, o il mattino dopo. Lasciatemi andare a nanna con questa dolce sensazione che i fantasmi notturni faranno presto a strapparmela.
Il sesso, l'ebbrezza e il sangue richiamarono sempre il mondo sotterraneo e promisero a più d'uno beatitudini ctonie. Ma il tracio Orfeo, cantore, viandante nell'Ade e vittima lacerata come lo stesso Dionisio, valse di più.(Parlano Orfeo e Bacca). Orfeo: E' andata così. Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Erano già lontani Cocito, lo Stige, la barca, i lamenti. S'intravvedeva sulle foglie il barlume del cielo. Mi sentivo alle spalle il fruscìo del suo passo. Ma io ero ancora laggiù e avevo addosso quel freddo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò ch'è stato sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com'era prima; che un'altra volta sarebbe finita. Ciò ch'è stato sarà. Pensavo a quel gelo, a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle ossa, nel midollo, nel sangue. Valeva la pena di rivivere ancora? Ci pensai, e intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi "Sia finita" e mi voltai. Euridice scomparve...
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Perchè NON sono stati i fatti di allora a costruire il nostro passato ma la consapevolezza che ognuno di noi ERA perchè tutti gli altri ERANO nello stesso momento!
Tutto ciò che ho imparato allora, che ho sentito allora, tutto quello che ERAVAMO INSIEME TUTTI QUANTI, costruisce ancora oggi il mio presente e costruirà, per sempre, il mio futuro.
Personalmente non riscirei neanche piu' a vivere come quel tempo, sull'onda di quello stato emotivo in fermento, non riuscirei nè lo vorrei...
Ma da allora porto dentro, nel cuore, un prezioso forziere riempito di tutte le persone eccezionali che ho conosciuto e di tutto ciò che ho imparato.
E se oggi io riesco a guardare alla vita con la stessa eccitazione di una bambina piccola, è per il semplice fatto che ... IO NON HO DIMENTICATO NULLA!!
E' vero! Probabilmente nè tu nè io incontreremo più le persone di allora, nè noi ci rivedremo mai, ma , sono certa, che ognuno di noi ricorderà per sempre o, quanto meno, ....io questo da te lo pretendo ..cazzo!
PS: Vorrei ricordarti che Jeff Buckley ERA GIA' MORTO quando noi lo abbiamo fatto rivivere insieme, quel pomeriggio, nella tua casa di Albareto.....e quindi pensa bene a cio' che stai facendo ai tuoi ricordi.
Nessuno di noi è solo finchè esiste nei cuori degli altri!
Ti voglio bene, Carol!
Sara