Sono i rami del salice che 
si piegano verso il fiume 
verso i fondali torbidi 
limacciosi ove dimorano 
le bestie abissali 
pallide come fantasmi.
Sono una pezza di seta intrisa 
di lacrime gelate e cristallizzate, 
schegge del mio cuore 
carbonizzato nell'afa di un 
meriggio estivo meridionale.
Sono il relitto di morti 
pianti rinascite gioie.
Ed eccomi di nuovo.
Finché non più.

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